Alpeggi in Alta Versilia

Alpe di Campanice e Alpe di Puntato

Ogni paese dell’alta Versilia possiede almeno un’Alpe, dove si trasferivano, dalla primavera all’autunno per coltivarla, gli abitanti con la famiglia e gli armenti.
Terrinca ne ha diversi tra cui due si evidenziano sia per la vastità dei Loghi, delle selve, dei prati e il numero rilevante delle casupole, sia per la presenza della chiesa, fulcro di religiosità e centro reale del villaggio:
L’oratorio di Campanice dedicato a S. Giovanni Battista. L’oratorio di Puntato dedicato alla S.S. Trinità.

Alpe di Campanice

Là dove confluiscono le lunghe linee di una grandiosa y, formata dall'incrocio dei sentieri e delimitata da un'alta siepe di busso, sono stati edificati sia l'oratorio di Campanice sia quello di Puntato.

L'alpeggio di Campanice si adagia sulle pendici meridionali del monte Freddone alto 1487 metri, chiamato dai locali Paglino, caratterizzato da spigoli affilati e panoramici; e dalla posizione baricentrica nella vallata della Turrite Secca, dalla cui vetta si scopre un panorama grandioso che spazia dal monte Altissimo, al Macina, alla Fiocca, al Sella, al Sumbra, alla Pania e si chiude con il monte Corchia.

Frazionato nei raggruppamenti di casupole di Pian di Mela, del Lanzino, del Togno, l'alpeggio sembra ruotare intorno ad un epicentro ideale formato dall'Oratorio dedicato a San. Giovanni Battista.

L'Alpe di Campanice è oramai abbandonata e le antiche abitazioni sono cadenti, l'antico oratorio è stato invece restaurato e portato a nuova vita nel 1997.

Si racconta che nei primi anni del XX secolo in una sera di estate le donne mettessero un chiaro di uovo in un bicchiere di acqua e che questo, lasciato tutta la notte sulla finestra, fosse letto al mattino per presagire come sarebbe andato l'anno venturo.

Alpe di Puntato

In deroga al principio che imponeva di costruire le abitazioni su terreni marginali all’agricoltura, gli oratori vennero edificati nella zona pianeggiante e più fertile, sottraendola alle colture, all’incrocio delle mulattiere principali, quasi in posizione baricentrica all’alpeggio.
Già prima del 1657, al crocevia formato dalla strada di Puntato, dalla strada vicinale dei colli dei Carpini, dalla via di val Terreno che porta all’Isola Santa, dalla strada della Barca che conduce a col di Favilla, era stata innalzata, per devozione, una edicola da Francesco Bacchelli, il cui bassorilievo marmoreo raffigurava la Madonna del Rosario, il Bambino e S. Giovanni Battista. L’edicola, ancora visibile nel terrilogio del 1810, nel ventesimo secolo venne demolita e la sua Madonna, rimasta murata sulla facciata della sagrestia della chiesa fino ai giorni nostri, dopo il 1973, come tante altre, è stata rubata. Proprio in questo punto, come ricorda la tozza lapide inserita sopra la porta centrale, venne edificato l’oratorio della S.S. Trinità nel 1679

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