Home Eventi L’UOMO DELLA SABBIA L’UOMO DELLA SABBIA Martedì, 23 Giugno 2015 VERSILIANA UPGRADE FESTIVAL - COLLETTIVA DI SCENA CONTEMPORANEA ( Seravezza, Teatro delle Scuderie Granducali) MENOVENTIpresenta L’UOMO DELLA SABBIACAPRICCIO ALLA MANIERA DI HOFFMANNdi Consuelo Battiston, Gianni Farina, Alessandro Mieleregia Gianni Farinamusiche Stefano De Pontiluci e direzione tecnica Robert John Resteghinicon Tamara Balducci, Consuelo Battiston, Tolja Djokovic, Francesco Ferri, Alessandro Miele, Mauro Miloneassistente alla regia Chiara Fallavollita /costumi Elisa Alberghitecnico di compagnia Sergio Taddei / macchinista Andrea Bulgarellifoto di scena Arianna Lodeserto / disegno e grafica Marco Smacchiascene realizzate nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazioneproduzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Festival delle Colline Torinesi, Programma Cultura dell’Unione Europea nell’ambito del Progetto Prosperograzie a Marco Cavalcoli e Chiara Lagani, Santarcangelo dei Teatri/Santarcangelo 41, Teatro Fondamenta Nuove, Compostc/Valtorto, perAspera/Drammaturgie Possibili – Festival di Arti Contemporanee, tutti i partecipanti ai laboratori del progetto UbiqQuesto Capriccio è, prima di tutto, un labirinto. È un gioco di scatole cinesi, una narrazione senza fine in cui perdersi. È il tableau vivant di una natura morta. Nel racconto di Hoffmann i personaggi sfumano nel grigio panneggio della quotidianità, come riflessi automatici di uno stesso individuo. L’inquietudine generata dal Fantastico, dal Perturbante, dal Bizzarro spinge lo studente Nataniele verso una incauta consapevolezza di questo ingranaggio opacizzante, ma enorme è la distanza tra il desiderio e l’azione, la nevrosi soppianta la contemplazione nell’eterno conflitto tra immagini interiori e mondo esterno. La sfida formale consiste nell’accensione di una lanterna magica capace di apparizioni e dissolvenze, portatrice di paradossali sovrapposizioni di contesti per mettere così in discussione, alla maniera di Hoffmann, ciò che i nostri occhi vedono: la cornice artefatta che chiamiamo realtà.Benevolo spettatore,Questa presentazione ti piace?Forse intimidisce un po’ troppo. Però la conclusione: “Benevolo spettatore, questa presentazione tipiace?” cambia registro, non trovi?Peccato che ciò che viene definito “la conclusione” non sia una reale conclusione; dopo segue altro, come questa frase o altre che seguiranno l’espressione “dopo segue altro”.Chiediamo scusa per tutti questi giri di parole, ma davvero non riusciamo a chiudere il discorso, non ne veniamo a capo.Ora siamo andati a capo e il problema resta insoluto.Come finire davvero?Ecco, si potrebbe scrivere “fine”, se solo queste parole facessero parte di un finale.Invece, no, costituiscono la presentazione dello spettacolo.Facciamo così: sospendiamo tutto, ne riparleremo dopo lo spettacolo.Se solo stessimo parlando!Però l’idea non è male, l’idea contenuta nella locuzione “sospendiamo tutto”, si intende.Ascoltiamola, se è lecito dire “ascoltiamola” riferendosi ad un oggetto muto come la parola stampata.“Seguiamola” forse è più giusto, suona meglio. Ma non parliamo più di suoni, seguiamolafinalmente senza far seguire assolutamente niente all’esortazione “seguiamolaSede: Teatro delle Scuderie Granducali - SeravezzaMartedì, 23 Giugno, 2015 - 21:30 La Versiliana FestivalViale Morin, 6Marina di Pietrasanta (LU)